L’opera è andata distrutta in seguito ad una frana ed è stata ricostruità in Valcamonica nel comune di Temù (BS)
Una volta progettata l’opera ho cominciato a girare per la Valcamonica con l’intento di trovare un corso d’acqua che potesse ospitarla, il torrente che si trova in località Fabrezza nel comune di Saviore dell’Adamello mi è sembrato il più adatto.
Questo, oltre ad essere un contesto naturale di grande bellezza, è un luogo che in parte è già stato antropizzato e dunque il rischio di essere invasivi rispetto al paesaggio è stato minore.
Le dimensioni dell’opera sono state pensate appositamente per adattarsi ad uno degli sbalzi, costruiti dall’uomo all’interno del torrente, in modo che l’acqua potesse scorrere senza impedimenti ma allo stesso tempo potesse entrare in contatto fisico con l’opera.
La scelta dei materiali è stata fondamentale per la costruzione di questo lavoro, avevo bisogno di due materiali il più possibile uguali dal punto di vista estetico ma che a contatto con l’acqua, nel tempo, reagissero in modo differente. La scelta è ricaduta sul ferro e sull’acciaio, materiali che appena lucidati appaiono simili, ma che a contatto con l’acqua reagiscono in modo differente: il ferro tende ad arrugginirsi e col passare del tempo si consuma, l’acciaio è resistente all’acqua e quindi nel tempo mantiene le sue caratteristiche originali.
Con l’acciaio ho scritto la parola PUBBLICA e con il ferro la parola PRIVATA, chiaramente il riferimento è all’acqua.
Le due parole che compongono il lavoro sono state posizionate una di fianco all’altra all’interno del corso del torrente, col fruire del tempo e con il continuo contatto con l’acqua sarà svelato e messo in evidenza quello che è il mio pensiero su una questione così delicata.